martedì 27 ottobre 2009

La farsa delle primarie


di Andrea Passamonti

In tempo di crisi il consiglio più comune ai risparmiatori è quello di diversificare l’investimento. Proprio questo consiglio sembrano aver seguito i dirigenti locali del Partito Democratico in occasione delle Primarie della scorsa domenica.
Non sarà sfuggito ai più avveduti un mescolamento a dir poco sospetto nelle file dei sedicenti democratici, in particolare nelle due liste favorite alla vigilia del voto: Franceschini-Morassut e Bersani-Mazzoli.
Nella prima, nascosto tra i principali referenti del duo post-veltroniano, fa capolino Mauro Visari che approda nelle file della corrente centrista dopo essere stato esponente di spicco della sinistra giovanile, paladino dell’ala radicale del Pds, e aderente alla mozione Mussi (mai nel Pd!) nel congresso di scioglimento degli ex Ds.
Nella seconda il mescolamento è ancora più misterioso: cosa ci fanno insieme personaggi come De Marchis, Aielli e Bevilacqua?
Rinfrescata di memoria: solo qualche mese fa, in seguito alla disfatta del Partito Democratico alle elezioni provinciali, Alessandro Aielli chiedeva a gran voce le dimissioni del segretario provinciale Loreto Bevilacqua. Per non parlare di quando sempre Aielli si scontrò con il segretario comunale De Marchis per alcune sue decisioni riguardanti il porto e per presunti brogli alle primarie dei giovani democratici.
Gli accusati risponderebbero che l’obiettivo del partito è proprio l’eliminazione totale delle vecchie divisioni e favorire una mescolanza tra idee nuove.
Chi scrive è di altro parere.
Sembra che i dirigenti locali vogliano assicurarsi la presenza di seguaci in tutte le correnti in modo che non importi chi sia il vincitore, perché vinceranno sempre gli stessi.E così, in un’atmosfera gattopardiana, il popolo delle primarie vedrà il proprio partito cambiare tutto in modo che tutto rimanga com’è.

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