martedì 20 ottobre 2009

Mafia s.p.a


di Riccardo Di Santo
Prendiamo una città del basso Lazio, per motivi storici e culturali un crocevia nonché punto di confine fra due realtà dell’Italia prerisorgimentale, e adesso immaginiamo che questa città sia anche la sede di uno dei più importanti mercati ortofrutticoli dell’intera Europa: signori benvenuti a Fondi. Nel settembre dell’anno 2008 il prefetto Bruno Frattasi consegnò al ministro Maroni una lunga relazione sui rapporti esistenti fra i membri della classe rappresentativa Fondana, quali ad esempio il comune, diverse imprese commerciali tutte ben strutturate all’interno del MOF(Mercato Ortofrutticolo Fondi) e la famiglia Tripodo-Trani. Domenico Tripodo è una figura di indubbio rilievo nella struttura organizzativa della N’drangheta, tant’è che il suo trasferimento a Fondi fu frutto dell’espiazione del soggiorno obbligato (ovvero il confino di famiglie mafiose in diverse parti d’Italia reso obbligatorio dallo stato), durante il quale si ritiene che egli strinse numerosi rapporti d’amicizia con Boss campani, soprattutto casalesi, sempre pronti ad stringere alleanze in vista di affari (Roberto Saviano docet). Ora nel 2009 dopo la consegna di due relazioni e sopratutto dopo che la DIA aveva proceduto all’arresto di 17 uomini tra cui un ex-consigliere comunale e diversi membri delle N’drine calabresi, si è giunti ad una soluzione che non convince granchè: la giunta comunale si è sciolta come avviene in qualsiasi crisi politica. Ciò ha comportato innanzitutto il mancato commissariamento del comune per infiltrazioni mafiose e la possibilità per i soggetti dimessisi dalla carica di ripresentarsi alle prossime elezioni, rendendo tutto il lavoro della DIA e del prefetto di fatto inutile. Il mancato scioglimento del comune è stato giustificato dal presidente Berlusconi con il fatto che nessun membro della giunta e del consiglio comunale sia mai stato raggiunto da un avviso di garanzia. La pillola è stata ulteriormente addolcita dal Ministro Maroni che in un atto di puro amore della Patria ha affermato che fra il commissariamento per 18 mesi e le elezioni anticipate ha preferito «ridare la parola al popolo sovrano». «È stata fatta giustizia, restituendo la parola al popolo sovrano, che potrà scegliere da chi farsi governare - ha detto il senatore del Pdl Claudio Fazzone, coordinatore provinciale del partito - Noi siamo dalla parte della legalità e il Governo lo sta dimostrando con i fatti. La sinistra utilizza la lotta alla criminalità organizzata per tentare di sovvertire i risultati che il centrodestra ottiene democraticamente».
Non c’è dubbio che questa è una tesi che ascoltiamo spesso.

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