martedì 16 febbraio 2010

Ciclone Emma


di Riccardo Di Santo
Sabato 13 Febbraio 2010, ore dieci meno un quarto, sono in macchina correndo verso il teatro Cafaro. Un messaggio del mio amico Andrea mi ha avvisato la notte prima di una presenza eccezionale: chi sarà mai? Il premo Nobel della Pace? No, è Emma Bonino candidata per il centrosinistra alle regionali. Strano, quando è venuta la Polverini accompagnata da Gasparri (il che è tutto dire) lo sapevano cani e porci, mentre di questo, tranne interessati, pochi ne erano a conoscenza. Sarà colpa mia. Giunto al teatro a piedi dopo un parcheggio (rigorosamente al di fuori della griglia delle strisce blu), e un caffè ristoratore, prendo posto e aspetto insieme ai miei colleghi del giornale: dieci,venti,trenta minuti. Alla fine lo scroscio di applausi segnala l’ingresso della “festeggiata” nell’aula. Capisco il rispetto per la figura e il calore della gente, ma diamine aspettate che pronunci parola prima di osannarla salvatrice del popolo Latinense! L’introduzione di una giovane giornalista apre il discorso, ma non è la Bonino ad alzarsi e avviarsi verso i microfoni, è Sesa Amici. Discorso classico, monotono che segue il ritmo dei suoi pugni che battono vicino ai microfoni: Latina, Provincia, capoluogo, uniti si vince, farmaceutico, piccole imprese, piccole imprenditrici. Tante parole già sentite, ma quando accenna alle grandi battaglie del Pd condotte mi deve sorgere un vuoto di memoria: non ricordo che ne abbia vinta nessuna,o almeno mi pare. Scroscio di applausi, nuova parentesi della giovane giornalista che viene gentilmente allontata dagli applausi alla “minaccia” di narrare l’enorme biografia della candidata, e infine eccola: Emma si alza, si avvicina ai microfoni e inizia. Per tutti quelli che erano presenti la differenza fra le due oratrici è un canyon, la Bonino parte dal nazionale e arriva al locale in ogni passaggio rendendo chiaro il discorso e intervallandolo con osservazioni personali (e forse spontanee). Diavolo questa donna è un genio, devo ammetterlo: sanità, assistenza sociale, turismo, piccole e medie imprese, per ognuno di questi temi pare che abiti qui da sempre come noi. Non mancano una o due frecciatine alla principale concorrente in corsa per la poltrona di presidente della regione, tuttavia senza mai nominarla direttamente, in pieno stile politically correct, a differenza di quanto ha fatto quest’ultima, atteggiandosi a santa protettrice della famiglia e dipingendo la Bonino come il neo satana incarnatosi (e canditatosi) per portare la distruzione nel Lazio. Finito il monologo scoppiano gli applausi, tra cui quello del sottoscritto.

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