martedì 16 febbraio 2010

Il Cambellotti perduto


di Matteo Napolitano
Se provassimo a fare un sondaggio chiedendo agli abitanti di Latina in quanti hanno, almeno una volta, visitato il museo Cambellotti, ci accorgeremmo che il risultato sarebbe a dir poco sconfortante. Il museo è situato in piazza San Marco all’interno dell’ex Opera Balilla e nonostante la collocazione è costantemente vuoto, a scanso di qualche concerto o evento benefico al suo interno. La mostra che vi risiede in modo permanente racconta uno spaccato di quella che è stata la realtà dei luoghi in cui passiamo ogni giornata vista dagli occhi dell’artista che dà il nome al museo stesso. Duilio Cambellotti infatti è Latinense d’adozione poiché, romano, si occupò prima e durante il periodo fascista della rivalorizzazione del nostro territorio fondando, ad esempio, le prime scuole per contadini nelle tanto insidiose paludi laziali (1905) e portando in giro per l’Italia, anche al cospetto di artisti del calibro di Balla, le illustrazioni e i lavori riguardanti il territorio Pontino e i territori ad esso limitrofi. All’interno del museo si possono ritrovare, anche se con sapore sciapo dovuto a ovvi problemi di mancata valorizzazione da parte del Comune, le radici delle nostre terre e di coloro che hanno fatto di Latina una città, un capoluogo, partendo da una realtà fondamentalmente rurale e intrisa di melma e malattie. Il museo “Cambellotti” è aperto tutti i giorni e non è previsto alcun biglietto per l’entrata quindi, provare non costa niente.

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