martedì 9 febbraio 2010

Il quartiere dimenticato


di Andrea Passamonti
Il turista del Nord, fedele al suo immancabile navigatore, una volta superato Borgo Piave penserebbe di essere arrivato a Latina. Eppure non sarebbe strano se, dirigendosi verso Piazza del Popolo, il nostro pensasse di aver sbagliato non solo città, ma anche nazione.
Era il 28 Ottobre del 2008 quando una bombola del gas dilaniò un edificio del Quartiere Nicolosi, una delle zone di più alto rilievo storico della nostra città.
Oggi, a più di un anno di distanza, lo spettacolo non è cambiato e il lotto tra via Grassi e via Emanuele Filiberto ricorda più Beirut dopo un bombardamento che il centro storico di una città italiana.
Eppure il quartiere popolare meriterebbe tutt’altra attenzione. Non a caso fu la stessa amministrazione comunale a rivalutare – solo sulla carta s’intende – l’intera zona, tanto da inserirla in un piano di rilancio.
La proposta dei progettisti (presentata alla cittadinanza il 12 Marzo 2004 presso la Scuola Media G. Cena) prevedeva tra le altre cose un “asse pedonale e ciclabile da Piazza Mentana al canale delle Acque Medie” e una “nuova organizzazione e riqualificazione dei cortili del quartiere Nicolosi”, per non parlare della modifica alla viabilità di Piazza Mentana, con tanto di installazione di un chiosco e partenza del percorso pedonale. E per concludere l’opera non manca che la ricollocazione del mercatino: “Il Mercatino sarà spostato in una nuova piazza da realizzare tra le due scuole e il campo sportivo, questa piazza attraversata dalla pista ciclabile accoglierà anche uno spazio con giochi per i bambini”.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’inconcludenza. Sta di fatto che tra gli interventi previsti nel Contratto di Quartiere “Nicolosi - Villaggio Trieste”, siglato con il Ministero delle Infrastrutture, il rilancio del Nicolosi non c’è più. Abbandonato. Rinnegato. Non Pervenuto.
Con buona pace del “recupero degli edifici storici” tanto propagandato dal Sindaco.
Il resto è storia di alcuni mesi fa: la bombola esplode e l’edificio diventa la riproduzione di un film di guerra. Forse il turista del Nord penserà di essere ancora a Cinecittà.
Ci si potrebbe chiedere il motivo di questo stato di abbandono che include anche marciapiedi sconnessi e lampioni pubblici non funzionanti (con tanto di lamentele dei residenti alla concessionaria del servizio Enel Sole rimaste ovviamente senza soluzione).
La risposta potrebbe essere la natura stessa del quartiere: ottant’anni fa abitato da immigrati italiani, oggi soprattutto da quelli stranieri. Con la differenza che questi ultimi non hanno diritto di voto, con conseguenze negative per entrambi.
Ma questa è un’amministrazione che non risolve, rattoppa. Lo abbiamo visto un anno fa con il tendone “Benvenuti Alpini” che nascondeva lo scempio.
A proposito, tra due anni arrivano i bersaglieri…

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