martedì 16 marzo 2010

13 Marzo: quelli della rivoluzione gentile


di Martina Nasato
ROMA - Sabato 13 Marzo, alle 14,00, Piazza del Popolo era gremita: decine di bandiere del PD, ma anche dell'IdV, di Sinistra Ecologia e Libertà, dei Verdi, di Rifondazione, del PSI. Sventolavano persino i volti di Che Guevara e di Berlinguer. Sulla maglietta di una signora era stampato il viso di Gramsci. I Giovani Comunisti/e, nel loro stand, vendevano panini “alla Milioni”. Duecentomila persone, almeno, in quella piazza, per difendere la Costituzione e la democrazia traballante. Genitori con i figli, pensionati, ragazzi e ragazze da tutta Italia, studenti, precari e liberi professionisti, schiacciati gli uni contro gli altri, sostenendo i propri ideali. Sul palco Paola Maugeri, vj di Mtv, conduceva l'evento. Il primo a parlare è stato Nencini (PSI), il quale, accolto tiepidamente dalla folla, ha espresso solidarietà al Presidente Napolitano. Subito dopo Emma Bonino ha infiammato gli animi con parole di speranza, molto diverse da quelle del “regime da basso impero, prepotente perché moribondo”. Ha concluso, fra l'acclamazione popolare, citando Gandhi (“siate voi il cambiamento che di fatto volete vedere”) e Anna Politkovskaja (“per conquistare la fiducia della gente, i sentimenti tiepidi non bastano”). Ha poi preso parola Bonelli (Verdi): “Berlusconi vi ha definito una grande ammucchiata. Noi rispondiamo che questo non è il lettone di Putin”. Ha concluso lanciando un mazzo di fiori, segno della rivoluzione gentile. L'apoteosi si è raggiunta con l'intervento di Nichi Vendola, il quale si è guadagnato un'ovazione ammettendo gli errori della sinistra che non ha difeso la Costituzione quando e come avrebbe dovuto. Ha puntato il dito contro la criminalizzazione dell'immigrato, e soprattutto contro un “sovrano legibus solutus in un medioevo post moderno”. L'entusiasmo della piazza era palpabile. Quando Di Pietro ha preso parola l'atmosfera era già caldissima, terreno fertile per i suoi modi veementi. Il segretario dell'IdV, più di tutti, si è scagliato contro il “despota Berlusconi”, sostenendo che adesso l'unico argomento del suo partito sarà liberare il paese. L'intervento conclusivo è stato affidato a Bersani (PD), il quale è stato accolto con applausi dai suoi, ma con molti fischi dagli altri. Le sue parole, per la verità, poco incisive, hanno acceso discussioni fra i manifestanti. Il sorriso alla piazza è stato restituito da Simone Cristicchi, ultimo artista ad esibirsi, fra i tanti altri, noti o emergenti. Alle 17, 15 la grande manifestazione ha avuto termine, ma l'entusiasmo non si era spento: gli striscioni, i cartelli e le bandiere erano tenuti ancora alti, mentre il mare di folla si scioglieva in tanti fiumi di persone sorridenti. Il 13 Marzo qualcosa si è mosso: la sinistra ha mostrato delle carte vincenti e un volto -finalmente- propositivo. Ancora lontani dal cambiamento vero, ma finalmente pronti a cambiare. Sabato ognuno di noi è tornato a casa con un pizzico di speranza in più.

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