martedì 30 marzo 2010

“Schede” di riflessione


di Matteo Napolitano
Non ho mai avuto e probabilmente mai avrò una palla di vetro per fare le mie dissertazioni, e modestamente la lascio volentieri ai maghi o agli stregoni. Chi leggerà quest’articolo avrà già conosciuto l’esito delle elezioni regionali, non solo nel Lazio, e si sarà già fatto un’idea o quantomeno un piccolo prospetto su quello che saranno gli anni a venire. L’unica cosa che possiamo andare ad analizzare sono i fatti accaduti in periodo pre-elettorale, fatti che lasciano pensare ad un paese che inquadrato dallo specchio delle realtà locali, sembra non avere alcuna voglia di cambiare e di maturare, né politicamente né tantomeno civilmente.
Abbiamo assistito in questi ultimi mesi ad episodi che farebbero accapponare la pelle addirittura al povero Montesquieu, che di certo non immaginava questo nel suo ideale di politica, abbiamo visto la negligenza dei burocrati di partito per la presentazione delle liste nel Lazio, abbiamo guardato le manifestazioni di faziosità e vittimismo di un leader populista, abbiamo sentito parlare di voti “inquinati” dalle mafie aimè soprattutto nel sud Italia, abbiamo toccato con mano la negazione del diritto di parola e di opinione e dopo tutto questo, ma non solo questo, siamo giunti al fatidico giorno delle urne.
Le urne già, quelle cabine buie e nere che tanto fanno parlare e promettere e che molto parleranno anche questa volta, hanno visto facce di tutti i tipi: impaurite, insicure, perplesse ma alcune anche convinte e speranzose, come la mia ad esempio, perché ha percepito nella figura della Bonino un’opportunità, un barlume di tenue speranza, un vento di serietà e laicità per una nave in continua tormenta com’è quella dell’opposizione italiana, proprio questa donna piccola ed esile che ha sempre fatto parte di un mondo diverso e lontano dalle logiche partitiche nostrane.Proprio nel momento in cui mi ritrovo a scrivere sono usciti i primi dati totalmente fuorvianti e che quindi non permettono di tirare alcuna conclusione, generalmente ciò che si dice prima di una battaglia, che sia un corpo a corpo o una tornata elettorale non ha importanza, è “che vinca il migliore!” ma oggi in questo caso dobbiamo dire “che vinca LA migliore!”

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