martedì 23 marzo 2010

Silvio, la piazza e il (vero) Grande Fratello


di Andrea Passamonti
In 1984, il capolavoro di George Orwell, l’immagine più rappresentativa dell’oppressione del Grande Fratello è quella in cui un importante funzionario del governo cerca di convincere il protagonista Winston, a suon di scariche elettriche, che le quattro dita che tiene alzate davanti a lui sono in realtà cinque. «Come posso fare a meno di vedere quello che ho davanti agli occhi? Due più due fa quattro». E il funzionario: «A volte, Winston. A volte fa cinque, a volte tre. A volte fa cinque, quattro e tre contemporaneamente. Devi sforzarti di più. Non è facile diventare sani di mente».
Ecco, forse la conta del popolo a piazza San Giovanni non è l’elemento più importante del sabato dell’amore, ma è un utile strumento per (provare a) capire Berlusconi e la sua piazza.
Centocinquantamila? Un milione? Non prendiamoci in giro. Qualsiasi cifra avesse snocciolato il capo, nessuno in quella piazza avrebbe dubitato delle sue parole. «Ormai amavano il Grande Fratello».
L’esposizione dei risultati del governo è solo una formalità. Non importa se questi vengano sistematicamente smentiti dai fatti.
Così come le nuove promesse che ad ogni nuovo comizio devono essere rinfrescate.
Già utilizzate quelle sulla riduzione delle tasse, abolizione dell’ICI e cancellazione del bollo auto, non resta che attaccarsi alla promessa di piantare cento milioni di alberi e a quella di sconfiggere il cancro (Non scherzo, è riuscito a dirlo). E come se non bastasse la «GRANDE, Grande, grande riforma della giustizia».
Il popolo esulta, lo incita, lo acclama. In realtà lo avrebbe acclamato anche se avesse promesso di ritrovare Atlantide.
E guai a contraddire il dato del partito sul popolo del Sultano altrimenti, come è successo alla polizia rea di aver diffuso altri dati, si passa per gente «in preda a stress o crisi etilica». In effetti «non è facile essere sani di mente».
Il più grande limite della piazza di Berlusconi, al contrario di altre che esagerano con i numeri allo stesso modo, è che si autoconvince della propria imponenza. Se non fosse celebrato in modo così ostentato, il Premier non darebbe uno spettacolo così contraddittorio e illiberale come quello di sabato. Illiberale e contraddittorio come la preghiera finale, il “Patto per la libertà”, firmato dai candidati governatore nelle mani di Berlusconi in barba al federalismo e all’autonomia regionale. Uno spettacolo raccapricciante.
Un popolo che non ha più il senso dei numeri e delle parole più che un popolo della libertà è un popolo di sudditi.
Forse non è un casualità che il funzionario di 1984 appartenesse al Ministero dell’Amore e qui si parli di Partito dell’Amore. In ogni caso la certezza riguarda la prossima iniziativa del governo: la GRANDE, Grande, grande riforma delle matematica. Da domani due più due farà cinque.

1 commento:

  1. '1984' é un grande romanzo, che tutti dovrebbero leggere (o rileggere, per chi lo ha già fatto). L'abominevole situazione nella quale oggi si trova il nostro paese é stata già descritta addirittura decenni orsono da grandi intellettuali come Orwell, quasi come una predizione, anzi un avvertimento sia per gli uomini del tempo che le generazioni future. Ma siamo distratti, troppo distratti, e non riusciamo mai a cogliere quest'opportunità. Un vero peccato, perché basterebbe leggere un semplice libro per vedere la vera realtà che ci circonda e finalmente iniziare a rinascere a nuova vita.

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