martedì 11 maggio 2010

Viva Verdi!


di Riccardo Di Santo
Nelle ultime settimane ne ho sentite di tutti i colori. E non mi riferisco soltanto alle mere vicende parlamentari di cui ormai ci viene riferito giorno dopo giorno una versione sempre di più, come dire, minzoliniana. Mi riferisco alle vicissitudini di quel particolare gruppo politico identificatosi nel nome di “Lega Nord”; per chi non li conoscesse si tratta di quei galantuomini che in virtù della loro celtica educazione bevono acqua del Po (i cui liquami giustificano in pieno le loro frasi), si sposano con matrimonio pagano, parlano di bruciare il nostro tricolore ed assillano la vita politica con quotidiani inviti alla separazione nazionale. Sulle ragioni etnico-culturali su cui tali soggetti basino il loro indirizzo politico non entro nel merito poiché non basterebbe un solo articolo per dimostrare la loro erroneità e la salsa populista con cui sono farciti. Mi occuperò piuttosto delle fuoriuscite di parole da soggetti ricoprenti cariche istituzionali, quali Bossi e Calderoli, che allegramente supportati da schiera di giovani col fazzoletto verde in tasca, e la licenza media a casa, dichiaravano la loro impossibilità di presenziare alle manifestazioni del 150esimo anniversario dell’ unità nazionale, trattandosi quest’ultimo di «essere solo uno spreco di tempo». Sembra di essere tornati ai tempi in cui riecheggiavano le parole del ministro Metternich « L’italia è solo un’espressione geografica». Siamo davvero cosi poveri di spirito oggi rispetto ai nostri antenati che andarono a morire per un idea, un sogno, un ideale? Quanti Bresciani, Veneti, Toscani, Romani, Siciliani di vent’anni come me partirono da casa animati da un solo volere: fare questa Italia o morire tentandoci? Ricordiamoci la battaglia di Curtatone e Montanara, in cui 6000 volontari toscani e napoletani si fecero massacrare da 32.000 austriaci solo per regalare tempo all’esercito piemontese, quando questi due signori osano solo anche aprir bocca, non per esprimere la loro opinione (art. 21 cost.), ma per offendere quello in cui questi martiri credevano. Ma io sono sereno in fondo, perché la risposta ai vaneggiamenti di questi signori riguardo ad un futuro di odio reciproco e di separazione nazionale, la vedo giorno dopo giorno nella mia Latina. La vedo quando chiamo il mio amico e mi apostrofa in Romano, quando saluto la mia vicina di casa ed ella mi risponde col suo Ferrarese, quando salgo sull’autobus e l’autista mi parla in Napoletano, quando passo per Borgo Grappa e sento le persone giocare a Briscola in Veneto, quando i miei nonni mi rimproveravano in Calabrese o in Fondano. Ed è per questo forse che quando leggo i giornali e vedo le loro argomentazioni, sorrido e volto pagina.

Nessun commento:

Posta un commento