martedì 28 settembre 2010

L’appello ai giovani


di Riccardo Di Santo
Sandro Pertini è stato molte cose agli occhi di noi Italiani. E’ stato un protagonista della nostra resistenza al nazi-fascismo, è stato un politico di prima linea, un socialista con le mani pulite, ma soprattutto è stato Il nostro Presidente della Repubblica, l’uomo diretto, schietto, estraneo ad ogni compromesso che ha conquistato il cuore di migliaia di Italiani. Fa quasi impressione comparare una figura titanica come la sua rispetto alla totalità di “politucoli” che riempiono le onorevoli sale della nostra democrazia. Ma la cosa più scioccante è che lui non era un eroe né un santo né un martire: era un semplice, piccolo uomo con un forte carattere e una pipa, ma forse è per questo che rimane nel nostro pantheon nazionale. In un paese dove lo scandalo e la puzza dell’illegalità è l’ordinario accadere, l’estraniarsi al semplice compromesso quotidiano è prova di grandezza morale e soprattutto di coraggio; quanta gente è morta per credere in un ideale pacificamente o per fare il suo dovere civico in questo paese? Non siamo cosi modesti, qui la gente è morta anche solo per aspettare il treno in un caldo sabato d’estate (il sangue di Bologna è sulle loro mani e non c’è perdono). Nel 1980 mentre le bombe e i colpi di P38 facevano risuonare il loro canto su tutta la penisola, melodia di mafia come di terrorismo, quell’uomo con la pipa tuonava che l’Italia aveva bisogno, necessitava a tutti i costi, di legalità. Come poteva un uomo politico fare i suoi sporchi comodi con le mani lorde di corruzione e il sorriso di chi vuole farla sempre franca nel nostro sistema? Come si permetteva? Andava denunciato e trascinato nelle aule di tribunale affinché i giudici applicassero le leggi. Lo disse il presidente ben 30 anni fa ad una ragazza, senza peli sulla lingua né diplomazia nel tono ma spinto solo dall’ardore di dire il giusto. Si sente beatificare “Bottino Craxi” o i tanti poveri soggetti imprigionati ai quali si rovinò la vita con mani pulite; ma di chi era la colpa di tale rovina? Dei giudici o dei criminali che prima compivano crimini e poi scoperti ritrovavano un po’ di responsabilità? Ciampi ha combattuto anch’egli per questa nostra democrazia giorno dopo giorno ribadendo sempre il suo incommensurabile valore, ma sono sicuro che se Pertini fosse sopravissuto sarebbe bastato un suo discorso per armare i cittadini di puro coraggio e cacciare i tanti nostri rappresentanti a fare lavori più consoni alle loro qualità morali: usurai, rapinatori, corruttori destinati ad un roseo futuro nelle patrie galere. Riprendiamoci la nostra Repubblica anche dai più piccoli gesti ma riprendiamocela.

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