martedì 28 settembre 2010

Una discreta abitudine all’incesto


di Stefano Pietrosanti
Le ultime azioni del governo francese in tema di politiche verso i rom hanno prodotto scandalo e ampi dibattiti. Queste lunghe discussioni hanno prodotto una quasi unanime posizione ufficiale: nessuno Stato dell’Unione può presentare una politica di espulsione dicendo, in sintesi, “cacciamo i rom”. Il che è tragicamente buffo, buffo quanto la definitiva foglia di fico: le Nazioni non possono scrivere su una circolare che cacciano i rom, ma possono cacciarli in quanto poveri, in quanto fastidiosi, in quanto pericolosi; le Nazioni dell’Unione affacciate sul mediterraneo, invece di stimolare una seria, umana politica europea (azzardiamo federale?) sul problema dell’immigrazione, possono trattare singolarmente con le dittaturucole del Nord-Africa perché queste affamino, torturino, internino gli aspiranti migranti, ma “ehi ragazzi, purché non si dica che sono negri”. Certo, ma almeno un organismo istituzionale non mostra evidente razzismo. Certo, dico io, ma un paese dell’Unione può tranquillamente avere partiti quasi da venti per cento, che esprimono ministri importanti, con esponenti come Borghezio che vanno a disinfettare i posti in cui avevano trovato sedute le persone di colore, o a fare i guru internazionali del “come essere fascisti e – sfruttando l’amore democratico per i localismi e le tradizioni delle minoranze per bene – prosperare felici e contenti”. O, per non rimanere in Italia e andare alla prossima presidenza di turno dell’Unione - l’Ungheria – che nessuno scriva cose razziste nei comunicati, vi prego, ma non c’è problema se squadre fasciste, come la Guardia Magiara, si aggirano per il paese in nome dell’ordine, senza che nessuna forza dell’ordine vera le ricacci da dove sono venute a forza di manganellate. Insomma signori, niente rutti a tavola, ma nessuno scandalo per una discreta abitudine all’incesto nello stanzino, purché attentamente insonorizzato.

Attenzione: non dico di non capire, o di non concordare con la censura di vergogne come la circolare francese, o di considerare lo scrivere “li cacciamo come rom” irrilevante. E’ un passo avanti verso la barbarie e il razzismo espresso in un documento ufficiale è realmente un episodio abnorme, ma non pensiamo che arginare simili manifestazioni sia sufficiente, o anche utile nel lungo periodo, se nessuno si occuperà del necessario riallineamento democratico del continente.

Nessun commento:

Posta un commento