martedì 7 dicembre 2010

Ubi maior minor cessat


di Alessandro Lanzi
Martedi 30 novembre, insieme a migliaia di altri studenti non studiosi, manifestavo lungo le vie calde e bagnate di Roma, contro “l’epocale riforma” della d-istruzione.
La manifestazione romana ha preso le mosse da tre punti della città, quelli in cui sono situate le tre università, per convergere verso il fuoco: Montecitorio, sede della Camera dei deputati, in cui si è poi votata la riforma.
Il palazzo in quel giorno si era trasformato in un fortino, grazie all’impiego di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che con le loro (nostre) camionette hanno accerchiato la piazza impedendo l’accesso ai manifestanti, ma al contempo alimentando la tensione, che inevitabilmente è sfociata nella guerriglia pomeridiana.
“Roma come Santiago del Cile ai tempi di Pinochet” dirà il giorno successivo Nichi Vendola e, a mio parere, ha ragione. Sembrava, infatti, di protestare contro una dittatura, che schiera in campo i suoi burattini acefali col compito di respingere e manganellare, mantenendo una totale indifferenza verso le richieste, le esigenze e le sofferenze dei destinatari del malf-atto stesso. Ma, apparentemente, non siamo in dittatura e quindi manifestare deve esserci consentito; sostanzialmente lo siamo, se il potere agisce creandosi la sua isola e prosegue poi ad approvare un testo, su cui nessuno è d’accordo, tranne i figli di papà alla scuola privata, a cui babbo natale Gelmini fa regali.
Le manganellate alla cieca, che ho visto sferrare dai poliziotti a pochi metri da me, in quel giorno hanno risuonato su tutto il territorio nazionale, tutti gli atenei sono stati occupati e le piazze principali assediate. Anche a Parigi, sull’Arco di Trionfo, gli studenti italiani erasmus hanno mostrato uno striscione con scritto : “No al ddl. Riprendiamoci il futuro”.
Intanto il testo approvato alla Camera, deve passare, prima di entrare in vigore, al vaglio del Senato, ma questo verrà effettuato dopo il dibattito sulla fiducia al Governo previsto per martedi 14 dicembre.
Quello sarà il giorno della fiducia discussa tra loro, perché per noi la fiducia verso di loro è fuori discussione.

Nessun commento:

Posta un commento