martedì 4 gennaio 2011

Megamind e la ricerca della Felicità®


di Andrea Passamonti
A volte i cartoni animati insegnano più di film premiati con innumerevoli Oscar. È il caso di Megamind, film prodotto dalla Dreamworks di Spielberg, uscito a metà Dicembre e apprezzato da pubblico e critica.
La trama sembra essere quella di sempre: il supereroe Metroman impegnato a difendere la città di Metrocity dal cattivo Megamind, solito antieroe iellato che nonostante i continui sforzi non riesce mai ad avere il sopravvento sul bene. La solita solfa, se non fosse che, quasi involontariamente, Megamind riesce finalmente a uccidere Metroman. Ed è qui che viene il bello, perché il cattivo senza il buono a contrastarlo non ha più uno scopo.
È come se Gatto Silvestro catturasse Titti, Cesare sconfiggesse il villaggio di Asterix, Tom incastrasse l’odiato Jerry.
Il tema non è nuovo ed è stato descritto e analizzato in contesti forse più alti del nostro Agronauta: spesso raggiungere lo scopo che ci si era prefissati lascia spazio a grandi delusioni e a una sensazione di sfasamento. Così non ci sarebbe da sorprendersi se una volta raggiunto Beep Beep, Willy E. Coyote guardasse lo spettatore con la stessa faccia inebetita di quando capisce che il suo nuovo marchingegno non sta avendo l’effetto desiderato: “E adesso che si fa?”.
In un libro molto divertente intitolato “Felicità®”, lo scrittore Will Ferrell analizza lo stesso problema, seppur in forma differente: questa volta non c’è un nemico o un buono contro cui battersi, ma il tema centrale è appunto la ricerca della felicità, perpetuata attraverso i manuali di autoaiuto. Manuali che, nella realtà, sono inesorabilmente destinati a fallire. Ma cosa succederebbe se uno di questi funzionasse davvero? Per Ferrell sarebbe la fine del mondo e della società come la conosciamo oggi, che, paradossalmente, si reggono sulla ricerca di una felicità irraggiungibile.
Ma se molto spesso raggiungere la meta comporta inaspettate delusioni, non per questo ci si deve adagiare in un infruttuoso pessimismo.
La meta è il pretesto per iniziare un viaggio. E nella vita è il viaggio che conta.

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