giovedì 27 gennaio 2011

Un giorno della memoria


di Lanzi Alessandro

A Nello Rosolino Rosolini e a tutte le vittime della crudeltà umana

Oggi, 27 gennaio, l'Italia e altri paesi ricordano, così come si legge all'articolo 1 della legge n.211/2000: "...la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."
Nel titolo ho scritto, non a caso, "un giorno" e non "il giorno", perchè ritengo che la memoria non debba essere statica e circoscritta al solo 27 gennaio, come al contrario ci insegna la televisione, ma debba essere, da un lato ferma a quell'accadimento storico, unico nella sua portata, ma non nel genere, dall'altro mobile nel combattere giorno per giorno la discriminazione, che non è stata ancora estirpata dalla natura umana e che, al contrario, pare crescere sempre più.
Chi ha dimenticato l'indiano che venne bruciato a Nettuno un paio di anni fa o la ragazza marocchina del bergarmasco a cui fu incisa una svastica sul viso o quando nel maggio 2003 Latina finì sulle cronache nazionali per una serie di aggressioni razziste contro gli immigrati? E' anche questa la memoria che non deve perdersi, quella dei singoli eventi di oggi, che celano degli erorri del passato.
Quale rimedio a questo male? A mio parere solo la cultura. Non solo quella dei libri, che è pur importante per smascherare quelle falsità storiche e scientifiche, con cui si sono alimentate alcune ideologie, ma soprattutto quella parte della cultura che affonda le sue radici nel rispetto dei valori umani della dignità, della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà.
Oggi più che mai la nostra società e soprattutto noi giovani ne abbiamo persi di vista alcuni, che vanno però recuperati, per non cadere in futuro in ciò che proprio oggi ricordiamo.
Vorrei segnalare, a chi non condivide i valori prima citati o a chi non ha mai avuto modo di rifletterci, e forse ora è anche il momento giusto per farlo, due libri che mi hanno dato tanto in passato e di cui ne conservo lo spirito ancora oggi: "Stranieri come noi" di Vittorio Zucconi e "L'altro" di Ryszard Kapuscinski.
In conclusione vi lascio con una poesia di Nello Rosolino Rosolini, nostro poeta conterraneo, che ha vissuto dal settembre 43 al settembre 45 in prigionia, vittima della mano nazista:

"Ho sanguinato anch'io
la tua ferita mortale, la tua testa
si spaventò sulla mia spalla,
il fiato del mio urlo impregnò
l'ultimo tuo respiro.

Stringendoti al petto t'ho sorretto
per non lasciarti cadere
nella neve fangosa.
La macchia rossa
sul mio pastrano lordo
una piaga mai più risanata."

Nessun commento:

Posta un commento