martedì 22 febbraio 2011

Il futuro è alle porte


di Riccardo Di Santo

Mentre la nostra città è impegnata nel vivere giorno per giorno nella sonnolenza tipica della cittadina di provincia, a livello governativo i sindaci di tutti i capoluoghi d’Italia si sono riuniti per discutere del progetto del federalismo fiscale e demaniale. Perché vedete, mentre qui si discute di liste civiche, Moscardelli o De Marchis e ci si scanna tra “Fazzoniani” ed ex-An, il mondo, ma perfino la nostra sempre uguale Patria, vanno avanti. Ora le domande sono due: quale sarà il ruolo assegnato alla città di Latina e alla sua comunità (ovvero la pianura Pontina)? Ma soprattutto, sarà un ruolo che avremo scelto coscientemente od uno che ci verrà imposto e al quale ci dovremo adattare? Non sappiamo effettivamente nulla di quello che ci aspetta (a meno che non si tratti di voci di corridoio). Non sappiamo se avremo possibilità di crescere e aumentare il nostro peso politico-sociale a livello territoriale e nazionale oppure rimanere in una recessione culturale ed economica perenne. Il federalismo pone un enorme ammontare di responsabilità su tutti noi, e se Roma, con l’istituzione di “Roma capitale”, ha già fatti salvi i finanziamenti statali a sé, noi come città cosa abbiamo progettato, ideato od organizzato per il nostro futuro? Saremo una città dormitorio per i Romani, una città universitaria o riusciremo ad estrapolare una via autonoma che ci permetta di migliorare senza essere alla mercé dei piani altrui? Poi in primo piano si pone il discorso dell’ambito fiscale: quale sarà la tassazione comunale in virtù dell’avvento del federalismo? Ricordo con dolore la foto dei consiglieri comunali che, ridendo allegri come all’uscita di scuola, camminavano sotto i portici di Piazza del Popolo senza avere nessuna coscienza delle conseguenze per la nostra città, lasciata senza guida nel momento in cui sarebbe stato più importante cioè ora. Cosa importava loro, tanto non riescono a vedere al di là dei parcheggi della circonvallazione assegnati ad una società pluridebitrice, figurarsi tali soggetti ideare progetti ad ampio raggio per il nostro avvenire! Iniziamo a porci domande e a darci risposte come Latinensi o, se volete, Pontini. E’ in gioco il nostro divenire una città del centro-sud degna di questo nome in grado di influenzare con il suo modello le altre a livello nazionale oppure una cittadina provinciale dal quale si scappa per cercare un realtà diversa che offra chances di futuro. Proviamo con l’iniziare a prendere ad esempio le altre realtà demograficamente eguali a noi, non solo Italiane, e a creare da questo riscontro un progetto affine al nostro territorio e alla nostra realtà.

P.s. il parcheggio alla stazione coperto e le adunate varie di Alpini, Bersaglieri e Crocerossine non sono considerabili primi passi se non vecchi di 30 anni!

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