martedì 15 marzo 2011

L'ingiustizia della giustizia


di Alessandro Lanzi

Negli ultimi tempi il problema principale che affligge l'Italia pare, secondo questo Governo, la giustizia. L'urgenza e la necessità di riformare il processo penale e la voglia di cambiare la costituzione, sotto i vari governi Berlusconi, non sono passati mai in secondo piano.

Certo bisogna riconoscere che il nostro sistema della giustizia non è il massimo dell'efficienza e che sicuramente richiede un'adeguata revisione da parte dei giuristi processualisti. Ma bisogna senz'altro ammettere che il nostro paese ha mali peggiori: la crisi economica, che coinvolge tutto il popolo e le imprese, l'istruzione e il futuro degli studenti, la previdenza sociale (circa 3 morti bianche al giorno e migliaia di malati a causa del lavoro all'anno), il sistema pensionistico, il potere delle associazioni mafiose, che dal 2004 ad oggi hanno aumentato la loro influenza nel mercato italiano del 50%, la tutela del patrimonio artistico e culturale sempre più stuprato dal cemento e dall'ignoranza. Questi sono solo pochissimi dei problemi che riguardano tutti gli italiani, ma sono quelli a cui un paese civile e con un governo attento alla cosa pubblica darebbe la precedenza.

Problemi che hanno il loro minimo comune multiplo nella parola “pubblici”.

La giustizia, anch'essa di primaria rilevanza pubblica, richiede per un'adeguata revisione tempi lunghi, larghe intese e un'ampia elaborazione in sede giurisprudenziale. Tutto questo oggi sembra proprio mancare, date le recenti affermazioni del Guardasigilli, che intende procedere alla revisione di 18 articoli della Carta Costituzionale (quelli naturalmente sul potere giudiziario) in un anno e mezzo. Inoltre ciò che maggiormente aggrava le intenzioni di riforma non è l'approccio sociale alla questione, ma la necessità di trovare un escamotage forzato a tutti i problemi giudiziari che ha il Cavaliere. Ora solo quei poveri italiani che pensano veramente che lui sia un perseguitato potranno condividere tali manovre, ma spero che se dovesse essere indetto il referendum per l'approvazione dei testi costituzionali, prevalgano gli italiani della trasparenza al potere e della legalità.

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