martedì 12 aprile 2011

Cinquant’anni di stelle


di Pierpaolo Capezzera

Oggi, 12 Aprile 2011, ricorre il 50° anniversario del “primo uomo nello spazio”, il russo Yuri Gagarin. Anche per chi, nel 1961, non ha potuto assistere alla storica impresa, sicuramente questo nome risuona come una leggenda: a Gagarin, infatti, in Russia, sono stati intitolati stadi, centri d’addestramento, oltre ad asteroidi e opere di artisti celeberrimi, primo fra tutti Picasso. Il sogno dell’uomo che supera il mondo, che riesce a vederlo nella sua integrità (chiaramente fisica, nulla di trascendentale in ciò) si è finalmente realizzato. Vengono sollevati anche dei dubbi riguardo altri presunti cosmonauti che avrebbero “sorvolato” il nostro pianeta prima del russo (così come accadrà per Armstrong e la sua “passeggiata lunare” del 1969). Insomma, un evento di fama mondiale, forse uno dei più importanti avvenimenti della storia. Ed è incredibile pensare a come, in soli 50 anni, il progresso scientifico-tecnologico abbia fatto passi da giganti (altro che “un piccolo passo per un uomo”) in tempi sempre più ristretti: ora siamo in grado di costruire automi in tutto e per tutto simili agli esseri umani, vedere attraverso le pareti, costruire mezzi che viaggiano a velocità inverosimili, e molto altro. Ma, forse, questa velocità, questa rapidità, questo progresso incalzante sempre più agile e frenetico sta accelerando lo sviluppo della società umana in modo non troppo salutare. Con questo non voglio dire che il progresso è sbagliato (non potrei neanche scrivere in questo momento senza i suoi frutti), ma che forse superare non vuol dire necessariamente migliorare, il progresso tecnologico non è necessariamente progresso sociale. E forse dovremmo destinare la nostra attenzione anche a questo, magari impiegando le nostre forze (economiche ed intellettive) per qualcosa che aiuti l’uomo in prima linea: migliorie mediche, cure più efficaci e quant’altro. Insomma, “il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”.

Nessun commento:

Posta un commento