lunedì 16 maggio 2011

Prima di ogni votazione…

di Andrea Passamonti

Prima di ogni votazione c’è sempre una campagna elettorale. Mai frase fu più banale, ma a pochi minuti dalla chiusura dei seggi è troppo tardi per lanciarsi in un pronostico e troppo presto per analizzare i primi dati che arrivano dalle urne. “Aspettiamo” direte voi lettori, ma gli articoli vanno consegnati e la nostra personale analisi del voto la faremo nei prossimi giorni sul blog. In questa sede invece, sembra arrivato il momento di scrivere qualche parola sulla chiamata alle armi che si è conclusa lo scorso venerdì.

Prima di ogni votazione c’è sempre una campagna elettorale, ma prima di ogni campagna elettorale c’è sempre un periodo di amministrazione. In questi ultimi mesi però, elettori e candidati sembrano essersene scordati. Dopo cinque anni di governo non sempre è possibile toccare con mano quello che si sta realizzando. Spesso i tempi del cambiamento sono lunghi e uno Stato Avanzamento Lavori che indichi cosa si sta facendo (oltre a quello che si è già fatto) sembra essere più che sufficiente. Dopo dieci anni è doveroso mostrare i risultati. Se dopo quasi vent’anni non si riesce a presentare nessuna realizzazione importante allora c’è qualche problema: o non si ha un’idea di città o non si è capaci a mettere in pratica questa idea. A fronte di secoli di governo, l’unica cosa che il centrodestra è riuscito a costruire sono le facce di bronzo che in queste settimane si affacciavano sorridenti sulle strade della città.

Prima di ogni votazione c’è sempre una campagna elettorale. È fisiologico che prima della votazione si facciano promesse e si interloquisca con chi assiste ai propri comizi. Non è consentito però rendere conto del proprio operato solo a questi. Chi governa è chiamato più di ogni altro a fare il bene dei cittadini. Si badi bene: non dei propri elettori. A quello ci pensano (o dovrebbero farlo) i consiglieri, che sono espressione di una parte, grande o piccola, degli aventi diritto al voto. I governanti hanno invece il dovere di occuparsi della cosa pubblica facendo gli interessi di tutti. Di queste parole così scontate sembrano dimenticarsi i governanti, ma anche gli oppositori. Una buona idea va portata avanti a prescindere dal risultato elettorale perché ci si candida prima di tutto perché si ha un’idea di città, non per occupare una posizione di potere.

Prima di ogni votazione c’è sempre una campagna elettorale, ma se la prima è lo strumento democratico che permette alla maggioranza di governare, è dalla seconda che si vedono quali sono le persone che possono cambiare in meglio una città. Non sempre però il voto consente a queste di prendere il potere a beneficio di tutti. La speranza è che oggi lo consenta.

Prima di ogni votazione c’è sempre una campagna elettorale, ma prima ancora ci sono le persone. E se questa volta ci sono persone che hanno deciso veramente di cambiare, maggioranza o minoranza che siano, questa decisione non potrà rimanere inascoltata.

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