venerdì 15 luglio 2011

“Il tempo passa e voi non passate mai”


di Matteo Napolitano
“All’arme, all’arme! Picchiamo il musicista!”. Forse era proprio questo il coro urlato dai tre ragazzi che la sera di sabato 2 luglio ’11, presso il quartiere “Rione Monti” di Roma, hanno aggredito e ridotto in fin di vita il musicista Alberto Bonanni.
Questo episodio arriva a dimostrazione del fatto che l’aggressione di “squadra” contro indifesi resta, dagli anni di testa pelata e seguaci, un sempreverde della cultura italiana, una tradizione da rinnovare e da tramandare ai posteri, una sorta di secondo natale da celebrare almeno una volta al mese, se non a settimana, una grande festa, dove l’unica musica che rimbomba nell’aria è il tonfo sordo di chi cade ancora sotto l’egida irrefrenabile del fanatismo.

Il pestaggio ha avuto, in questo caso, un enorme seguito mediatico ed ha ottenuto (fortunatamente) dichiarazioni di sdegno da parte delle maggiori autorità dello Stato, che hanno espresso tutto il loro disappunto sul modo becero con cui è stata condotta “l’operazione Bonanni”; Alemanno in particolare ha tenuto a precisare: “Armeno prima nun bastava solo avè pe e mani a chitara e fa n’po’ de gezz pe esse accartocciati, prima se credeva n’quarcosa che andava ortre i pugni, er tirapugni!”.
Sdegno più o meno inventato a parte, sfogliando le pagine di Repubblica del 4 luglio ’11, nella sezione dedicata alla cronaca locale di Roma ho potuto leggere il cordoglio solidale nei confronti dei poveri agnellini persi dal gregge, o meglio, delle tre pecore “nere” del Rione. Le frasi che più mi hanno colpito, tra le varie lettere inviate da parenti e amici dei tre, sono state: “Noi li conosciamo e sappiamo che non sono ragazzi violenti” (infatti hanno ridotto in fin di vita una persona), “Nessuno frequenta gruppi di estrema destra o ultrà” (infatti esistono foto in cui fanno il saluto romano e frasi inneggianti l’uccisione di poliziotti) e per ultima, “Non possono aver fatto una cosa così terribile” (infatti l’hanno fatta e volutamente).
Arrivati a questo punto non ci resta che meditare ancora e cercare, sempre, di bloccare questi episodi e soprattutto coloro che ne sono vergognosi protagonisti.
Questo paese è così, non riesce a cancellare il suo passato. “Il tempo passa e voi non passate mai”.

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