sabato 9 luglio 2011

Una città esposizione

di Riccardo Di Santo
Un invito per una mostra artistica non si rifiuta: è sempre un'occasione per vedere cose nuove, per crescere culturalmente e, soprattutto a Latina, cogliere un'occasione più unica che rara. Cosi ci si organizza e si va, in sella alla bicicletta per fare un po' di moto ed evitare file di persone di ritorno dal mare, dalla q5 a piazza del popolo. Sotto l'Intendenza di Finanza mi aspetta una fila di opere tra le quali fotografie, quadri, sculture e ritmo improvvisato da due vecchie casse acustiche. Tutte molto belle, tutte molto vive, tutte che aspettavano di essere trascinate fuori dagli studi o dalle menti dei loro autori e portate fuori, a vivere e a respirare la città del 900', disegnata su un piano razionale e cosi terribilmente simile ad un'enorme area espositiva.
La mostra/occupazione prende solo un lato della piazza, ma osservando il contorno di portici tutt'intorno si potrebbe già vedere una futura galleria all'aperto di qualsivoglia espressione artistica. Perché sarebbe cosi difficile immaginare una fila di quadri che circonda piazza del popolo (invece dei soliti 4 presepi)? Oppure piazza della Libertà invasa da sculture? Via Neghelli viva di concerti dal vivo oppure il parco animato da luci ed eventi? Passeggio tra le opere insieme ai miei colleghi Andrea e Martina e alla nostra artista Giò (se la chiamassi col suo nome vero mi ucciderebbe) finché l'idea di un caffè non ci prende tra le chiacchiere e ci spinge via. A neanche 50 m, al bar Poeta, animato di ragazzi e ragazze, la sete viene soddisfatta. Quanti sapranno di coloro che sono seduti cosa accade sotto i portici? Si interesseranno e faranno un salto o rimarranno qui nel dolce far nulla? Dopo l'esperienza dei referendum ormai sono sempre più convinto che è finito il tempo di aspettare che i politici organizzino qualsivoglia cosa: ora tocca a noi far vivere questa città, renderla viva e a nostra misura, i luoghi ci sono, le possibilità anche, ci manca la voglia. All'imbrunire riprendo la bicicletta, saluto gli amici e pedalo verso casa. I bar sono pieni, via del Lido anche, la gente torna a casa dopo una meritata giornata al mare, e forse in vista di un'uscita serale data la chiusura delle scuole. Ma una città non si può misurare solo dal numero di locali e progetti a breve termine che dà, ma dalle occasioni che offre. Facciamo autocritica: chi vorrebbe rimanere a Latina lo fa perché c'è l'Ombelico, la via dei pub e il24? Non penso, cosi come la maggior parte delle persone che conosco. Le occasioni si creano, non si cercano soltanto. Perciò tocca a noi: non si è né troppo piccoli né troppo vecchi per aiutare la propria città. Ma intanto sono arrivato a casa, e lo spazio dedicato ai pensieri lascia il posto alle vicende di ogni giorno, ma per un secondo o forse più, per quello a cui ho assistito oggi, autorganizzato e realizzato a costo zero, sono stato fiero della mia città.

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