mercoledì 28 settembre 2011

La Comune di Velletri, una storia di vita rurale

di Martina Nasato

Avere vent'anni nel Terzo millennio vuol dire nascere nel futuro, avere a disposizione tutto quello che persino i nostri genitori vedevano soltanto nei film di fantascienza. Ma significa anche crescere nell'universo asettico della società post industriale, in cui la produzione è quasi esclusivamente su scala mondiale e le piccole attività, la filiera corta, l'artigianato e l'autosufficienza sembrano retaggi di un medioevo che però risale a meno di un secolo fa.
Capita, tuttavia, che in alcune persone il richiamo alle radici, alla terra e alla comunità sia più forte di qualunque comfort possa offrire la vita di città.
È quanto è accaduto a un gruppo di ventenni di Velletri (RM), che, nel 2007, decise di fondare nientemeno che una Comune.
Da allora i ragazzi hanno cambiato “sede” una volta: in un primo momento, infatti, si stanziarono sulla proprietà del nonno di uno dei fondatori, in tempi più recenti si sono trasferiti presso un altro casale, tanto che ancora oggi distinguono fra “Comune vecchia” e “Comune nuova”.
I residenti stabili, attualmente, sono otto, provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo: Blondine, ad esempio, che mi ha aiutata a scrivere questo articolo, è francese. Non si può trascurare, inoltre, il discreto via vai di parenti, amici e conoscenti che, quasi quotidianamente, affolla l'aia.
Quasi tutti, qui, hanno un'occupazione: c'è chi fa la baby sitter, chi l'insegnante, o l'assistente sociale... alcuni, inoltre, studiano. L'economia del gruppo è gestita in modo collettivo, esclusivamente attraverso una cassa comune. Insieme, poi, si occupano della casa e della terra (circa tre ettari) coltivata in modo totalmente biologico. Arrotondano le entrate grazie ai prodotti dell'orto, e alla produzione di olio, vino, conserva di pomodoro e marmellate, con un notevole risparmio anche sulla spesa domestica.
In un'atmosfera così rurale non poteva mancare la riscoperta degli antichi metodi per la pulizia: utilizzano, infatti, detergenti quali l'argilla bianca come alternativa al dentifricio, la cenere per lavare i piatti, e dell'ecologico sapone fatto in casa.
Alcuni di loro stanno anche rispolverando piccole attività artigianali e lo scorso inverno, tutti insieme, hanno realizzato a mano dei cesti di vimini: «È stato bellissimo!» mi ha detto Blondine.
Come nella più arcaica tradizione contadina, sono legati al culto della terra e al calendario lunare, tanto da festeggiare i pleniluni, gli equinozi e i solstizi con ricchi banchetti, allietati da musica, balli e abbondanti litri di vino.
Visitare la Comune di Velletri è un po' come esplorare un'altra dimensione: pienamente consapevoli di quello che c'è attorno a loro, questi ragazzi si sono ritagliati un'oasi in cui la vita è scandita da ritmi completamente diversi, realmente a misura d'uomo.
Un'oasi in cui l'unico bisogno è l'essenziale.

Questo post partecipa al concorso “Raccontaci la tua storia rurale” promosso da www.Toprural.it

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